La fontana di Iperia a Phera - Illustrazione da Vedute della Grecia di Edward Dodwell

La fontana di Iperia a Phera è un'illustrazione tratta dalla raccolta Views in Greece from Drawings pubblicata da Edward Dodwell nel 1821.

La Fontana Iperia di Phera è un'antica sorgente circondata da leggende e miti. Le sue acque limpide sgorgano in una natura lussureggiante, offrendo un luogo di ristoro e riposo. Questo luogo sacro ha ispirato poeti e abitanti del posto fin da tempi immemorabili.

Di seguito è riportata la trascrizione letterale dell'avviso che accompagna questa targa:

La fama di questa Fontana risale a tempi remotissimi, poiché Omero, descrivendo Ettore che conversa con Andromaca dell'imminente catastrofe di cui la guerra di Troia sembra essere l'inevitabile conseguenza, gli fa esprimere il timore che lei venga condotta prigioniera in Grecia e lo fa gemere al pensiero che lei si troverà ridotta all'umiliante condizione di attingere acqua dalla Fonte di Iperia.

La sua sorgente si trovava nel centro della città di Tebe, la cui origine risale all'antichità più remota e che esisteva prima della spedizione degli Argonauti, essendo stata fondata da uno degli antenati di Giasone, il loro capo. Questa città divenne in seguito importante per le ricchezze che traeva dalle pianure circostanti. La posizione favorevole della sua acropoli preservò il tiranno Alessandro dalla furia di coloro le cui ripetute crudeltà avevano naturalmente reso nemica la sua tirannia. Tuttavia, oggi, è difficile trovare una traccia delle sue mura, e pochi frammenti di colonne spezzate e poche pietre sparse difficilmente basterebbero a indicarne la traccia, senza l'ausilio di un indice meno soggetto a vicissitudini, ovvero la Fonte, le cui acque contribuiscono ancora a mantenere nelle sue vicinanze un moderno villaggio chiamato Elestina. Questo villaggio, con i suoi giardini, platani, pioppi, cipressi, ulivi e palme che lo circondano, è del tutto simile all'antica città di cui occupa il posto. Questi alberi contrastano mirabilmente con gli alti minareti bianchi delle sue diverse moschee e si ripetono nel ghiaccio liscio della Fontana che gorgoglia mentre sgorga dal terreno, trasformandosi spontaneamente in un piccolo ma profondo lago di puro cristallo di circa 85 metri di diametro. È possibile accedervi tramite pietre disposte appositamente tra un gradino e l'altro, ma la continua umidità del luogo rende la superficie scivolosa e pericolosa per chiunque si avventuri a camminarci senza precauzioni.